Lo zafferano è una particolare spezia estratta dal Crocus Sativus, fiorellino dal bel colore violaceo appartenente alla famiglia delle violacee. Si tratta di una varietà botanica originaria dell’Asia, ma che nel corso dei secoli si è espansa in gran parte dell’Africa e dell’Europa meridionale.
Il Croco, come viene comunemente chiamato oggi, era già noto e utilizzato al tempo degli egizi, è infatti raffigurato addirittura in un antico papiro ed era anche apprezzatissimo nell’antica Grecia e a Roma, Ovidio lo cita ne Le Metamorfosi, Dove racconta l’origine mitologica di questo fiore amato persino dagli Dei dell’Olimpo. Infatti, pare che, come ci tramanda anche Omero nell’Iliade, il re degli dei Zeus dormisse su un letto cosparso di questi fiorellini dai pistilli gialli.
Ad introdurre l’uso e il consumo di questa spezia furono gli arabi, il nome zafferano deriva dall’arabo Al Zafaran, che lo portarono nella Spagna araba
fino al 1700 era in Europa appannaggio del regno di Spagna che secondo le leggi dell’epoca, erano gli unici a poterlo coltivare e esportare nel Vecchio continente. La sua fortuna in Italia arriva grazie ad un coraggioso monaco abruzzese, appassionato di botanica, che riesce a rubare alcuni bulbi di questo prezioso fiorellino per coltivarlo poi nella sua terra.
Lo zafferano ancora oggi è tra le spezie più ricercate e apprezzate nella gastronomia, si tratta di un gusto raffinato in grado di esaltare moltissimi piatti ma senza coprire totalmente altri sapori. Questa spezia inoltre ha moltissime proprietà benefiche, è infatti un ottimo antiossidante naturale nonché un ottimo rimedio contro lo stress e le palpitazioni cardiache.
Nella tradizione culinaria italiana questa spezia dal meraviglioso colore giallo d’oro si lega indissolubilmente al riso, è proprio da questo connubio che nasce uno dei più famosi piatti del Bel Paese nel mondo: Il risotto alla Milanese.
Leggenda narra che la sua storia si lega a quella del Duomo di Milano, splendido capolavoro architettonico di gusto Gotico Internazionale. Nacque infatti nel 1574 per il matrimonio della figlia di un vetratista che lavorava alla Fabbrica del Duomo. Fu proprio in questa occasione che per la prima volta qualcuno ebbe l’idea di aggiungere la preziosa spezia gialla, utilizzata dai mastri vetrai come pigmento per creare vetri di colore giallo, ad un semplice risotto al burro. Il nuovo piatto riscosse subito un immediato successo, sia per il gusto particolare e saporito che per il colore acceso brillante che ricorda quello d’oro, donando ad un piatto semplice un’allure di ricchezza.