3- ANCONA – BTALY on TOUR: i piatti della tradizione Anconetana

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Btaly On Tour : La cucina Anconitana

La cucina anconitana è una variante della cucina marchigiana, diffusa, oltre che ad Ancona, anche in tutto il promontorio del Conero.

 Btaly On tour vuole dare l’opportunità di far conoscere alle persone che visitano questa straordinaria provincia le ricette e i piatti tipici che si tramandano di generazione in generazione.

 

ECCO COSA MANGIARE AD ANCONA E PROVINCIA!

  1. Coniglio porchettato:

coniglio porchettato di Ancona

fonte della foto: agrodolce.it

Succoso e genuino, il coniglio porchettato è sicuramente tra i piatti più tradizionali del territorio anconetano, la cucina di questa terra conserva le ricette più antiche e popolari. 

La cucina marchigiana dell’entroterra affonda le sue radici nella civiltà rurale, un tempo dominata da mezzadri e contadini. La figura centrale di quella società agricola era la massaia vergara, che si occupava di tutti i lavori di casa. Questa figura negli anni ha sviluppato piatti semplici, “massicci” che presentavano un uso intelligente di ciò che era disponibile in casa. 

I primi piatti consistevano principalmente in zuppe di verdure e fagioli mentre la pasta fatta in casa era riservata solamente alle feste. Mentre per quanto riguarda i secondi piatti erano quasi tutti preparati con la carne bianca di pollo. Infatti la carne bianca è molto diffusa nella cucina marchigiana, in particolare il pollo e il coniglio, e viene interpretata in varie ricette tradizionali: il tipico potacchio (cotto in padella con salsa di pomodoro), con le olive o con le cipolle (a Offida), fino allo straordinario coniglio porchettato.

La preparazione “in porchetta” comune in altre parti dell’Italia centrale si riferisce solitamente al maialino arrosto, farcito con spezie e finocchietto selvatico. Mentre le ricette che utilizzavano il maiale erano considerate  il “piatto dei nobili” nell’antica campagna marchigiana, le “vergare” (donne che si occupavano delle faccende domestiche) si sforzavano di cucinare portate simili a quelle dei nobili però utilizzando ingredienti meno costosi e più facilmente reperibili. Quindi, hanno farcito il coniglio utilizzando le rigaglie rosolate (fegato, cuore, polmoni), cotiche di maiale (se disponibili) e il finocchietto. Questa erba che cresce spontaneamente anche ai cigli delle strade è molto presente nel territorio marcheggiano e per questo motivo molte ricette al loro interno presentano questa “spezia”.

Il coniglio porchettato: una tradizione marchigiana!

Cottura: 35 min Costo: Basso
Tempo totale: 50 min Porzioni: 6 Porzioni

       Ingredienti

  • 1 coniglio intero pulito e disossato con le sue frattaglie
  • 1 cipolla
  • 15 fette di pancetta tesa
  • 1 costa di sedano
  • 1 carota
  • 2 spicchi d’aglio
  • 3 salsicce
  • 1 uovo
  • 50 g pecorino
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • Un mazzetto di erbe aromatiche (timo, rosmarino, salvia, prezzemolo)
  • Finocchietto selvatico q.b.
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • sale
  • pepe

 

LA PREPARAZIONE: 

Per preparare questa ricetta tipica anconetana, il coniglio in porchetta, è necessario stendere il coniglio tra due fogli di carta forno e aiutandosi con un batticarne renderlo di uno spessore uniforme.

Tritare l’aglio, aggiungere 3 rametti di finocchio, della salvia e del rosmarino. Spalmate le spezie preparate precedentemente sul coniglio, condite con un filo d’olio, un po’ di sale e un po’ di pepe, e lasciate la carne a riposare per qualche minuto.

A questo punto si può aggiungere la salsiccia sgranata al composto, non dimenticandovi di aggiungere un po’ di finocchietto. 

Ripiegare le estremità del coniglio verso l’interno per raccogliere all’interno tutta la “marinatura” quindi arrotolare il coniglio nell’arrosto e legarlo con un unico anello di spago da cucina.

Disporre il coniglio in una teglia unta, salare e pepare, cuocere in forno a 200°C per 30-35 minuti, sfumare con un po’ dil vino bianco a metà cottura e a circa 10 minuti dalla fine cottura.

Infine, per rendere ancora più squisito e intrigante il piatto potete servirlo con le patate al forno.

Buon appetito!

 

2. Erbe straginate

erbe straginate di Ancona

Fonte della foto: ricette di campagna di raffa

Le erbe di campo straginate sono delle erbe di campo miste (barbabietole, scarola, grispigni, grugni, ravanelli, spinaci, orecchie di lepre, papaveri…) lessate con le patate (facoltativo) e poi saltate in padella con olio, aglio e peperoncino.

Non si può immaginare il loro sapore genuino e la soddisfazione di ritornare a casa dopo una bella passeggiata in campagna e di preparare la cena senza dover andare a comprare gli ingredienti al supermercato. 

Il termine “Stragine” deriva dal dialetto tipico del luogo e significa frittura.

Ad Ancona queste erbette oltre che raccolte possono essere trovate al mercato centrale ad un prezzo ragionevole, in media costano circa 3 euro al kilo. Quindi solo da risciacquare, far bollire e mettere nella pentola.

Non è facile se si vogliono raccogliere distinguere le varie erbette e può anche essere pericoloso se non si conoscono i dettagli e le caratteristiche di ciascuna di esse. 

All’interno di questo piatto che può essere utilizzato come contorno per i secondi piatti oppure per farcire le piadine si trovano erbette con gusti e sapori molto differenti che messi insieme hanno un gusto armonico e buono. 

Per esempio, la cicoria è abbastanza amara mentre le bietole bilanciano questo sapore con la loro dolcezza. I grugni invece sono una via di mezzo.

Le erbe straginate: un pasto veloce ed economico!

Cottura: nessuna Costo: Basso
Tempo totale: 10 min Porzioni: 4 Porzioni

       Ingredienti

LA PREPARAZIONE: 

Il primo step per preparare questa ricetta è la pulizia delle erbe di campo eliminando le foglie esterne e quelle rovinate. E’ fondamentale lavare molto bene in abbondante acqua salata prima di cucinare.

Successivamente, fate passare le erbette a fuoco medio alto e di tanto in tanto controllate il grado di cottura soprattutto delle foglie più dure che potrebbero essere bietole, grugni e cicoria.

Scolate bene il tutto ed iniziate a preparare al vapore una patata sbucciata e ridotta a pezzettoni.

Preparate in una padella, adeguata alla quantità di erbe, l’olio su cui andrete a far soffriggere uno spicchio d’aglio in camicia schiacciato e un peperoncino spezzato.

Infine, unire le verdure facendo attenzione a scolarle bene con la patata; mettete nella padelle le erbe mescolate con la patata schiacciata o a tocchetti e fate cuocere mescolando per circa una decina di minuti

Servite le erbe di campo straginate ancora calde.

Buon appetito!


       3. Pizza di formaggio:

pizza di formaggio di Ancona

Fonte della foto: in cucina con zia lora

Non c’è Pasqua che si rispetti nelle Marche e soprattutto ad Ancona senza la tipica pizza al formaggio, ovviamente accompagnata con il salame di Fabriano che in quei mesi termina la stagionatura ed è pronto per essere assoparato.

E’ conosciuta e chiamata pizza ma sembra più una torta soffice o un panettone salato con uova e formaggio. 

La “pizza cascio e oe” o “crescia brusca” come viene chiamata in alcune zone delle Marche, è una morbida e golosa preparazione salata che fa parte delle ricette tradizionali marchigiane. E che si merita di essere conosciuta anche oltre i confini della regione.

E’ famosa in alcune zone delle marche anche con il nome di “pizza cascio e oe” o “crescia brusca”; questo piatto merita di essere conosciuta anche al di fuori di questa regione. Il termine “crescia” secondo la tradizione si riferisce al processo di lievitazione del preparato che è una delle sue caratteristiche. Grazie al lungo processo di lievitazione l’impasto è morbidissimo che la fa assomigliare ad una specia di panettone salato. 

 

La pizza al formaggio: una torta soffice e golosa!

Cottura: 60 min Costo: medio
Tempo totale: 260 min Porzioni: 4 Porzioni

       Ingredienti

  • 4 Uova
  • 150 ml Latte
  • 3 cucchiai Olio extravergine d’oliva
  • 100 g Parmigiano reggiano (grattugiato)
  • 100 g pecorino (grattugiato)
  • 500 g Farina 00
  • 1 bustina Lievito di birra secco (o un cubetto di fresco)
  • 2 cucchiaini Sale
  • 1 cucchiaino Zucchero
  • 1 cucchiaino noce moscata
  • 100 g pecorino (a cubetti)
  • 1 cucchiaino Pepe nero

 

LA PREPARAZIONE: 

Il primo step per preparare la “Pizza di Formaggio Marchigiana”, iniziate mettendo le uova (rotte) in un contenitore molto grosso. 

A questo punto aggiungere al recipiente il latte e l’olio e poi mescolate tutto il composto con una frusta o una forchetta. 

Dopo, unire agli ingredienti precedentemente utilizzati lievito di birra secco e farina. Impastare con le mani fino a quando non sono ben amalgamati e quindi aggiungere sale, zucchero, noce moscata e pepe.

Alla fine, amalgamare con pecorino e formaggio grattugiato; quando tutti gli ingredienti saranno ben uniti tra di loro e avrete un unico impasto, lasciatelo a lievitare per almeno due ore o comunque fino a quando non raddoppia nella ciotola in ambiente caldo ed umido. 

Quando il tempo del riposo è terminato, mettete l’impasto sulla teglia dove verrà poi cotto. Tagliare a pezzetti o listarelle il pecorino fresco e mettetelo nell’impasto verticalmente in diverse zone. Durante la cottura fonderà e creerà i caratteristici buchi della nostra pizza di formaggio marchigiana.

Successivamente lasciate lievitare per almeno un’altro paio d’ore, trascorse le quali potrete procedere alla cottura. L’ultimo passaggio è la cottura della pizza al formaggio a circa 160° per un’oretta in un forno ventilato. Quando la cottura è terminata è pronta per essere mangiata. 

Buon appetito!

 

4. Stoccafisso all’anconetana:

Stoccafisso all'anconetana

Fonte della foto: la cucina italiana

Lo stoccafisso all’Anconetana è un piatto antico che si cucina, si mangia e si ama nella città di Ancona da oltre 500 anni, il comune ora ha anche creato un’accademia in onore di questo piatto che ormai per gli abitanti della provincia marchigiana è diventato un istituzione. 

Lo stoccafisso è un pesce con origini molto antiche e regna sovrano sulle tavole degli anconetani. Si ritiene infatti che questo pesce che vive principalmente nel mar baltico sia arrivato in questa regione grazie ad alcuni mercanti che barattarono le loro spezie e stoffe, con un carico di questo delizioso pesce.

Ci sono molte ricette diverse per cucinare lo stoccafisso oggi, ma ce n’è solo una tradizionale. Il piatto, infatti, ha conservato così orgogliosamente la sua ricetta originale che non è raro che venga tramandato di generazione in generazione da nonne e madri amorevoli.

E’ ancora tanto utilizzata questa ricetta perchè gli ingredienti necessari per prepararla sono molto semplici da trovare e anche abbastanza economici. 

 

Lo stoccafisso all’anconetana: il re delle tavole anconetane!

Cottura: 200 min Costo: medio
Tempo totale: 400 min Porzioni: 4 porzioni

       Ingredienti

  • 1 kg di stoccafisso già ammollato
  • 80-100 g di acciughe sotto sale
  • 500 g di patate
  • 400 g di pomodori rossi
  • 15 cl circa di vino bianco secco
  • 60 g di olive nere denocciolate
  • 1 cucchiaino di aceto bianco
  • 50 g di prezzemolo tritato
  • 2 spicchi d’aglio
  • 1 cipolla
  • 1 rametto di rosmarino
  • 4 ml d’olio
  • sale q.b.
  • pepe q.b.

LA PREPARAZIONE: 

Scolare, asciugare, tagliare a pezzi di media grandezza lo stoccafisso, raccogliere in una ciotola, coprire il tutto con il latte e marinare per 2-3 ore

Preparare un composto di cipolla, aglio, prezzemolo, rosmarino e acciughe dissalate e disossate. In una ciotola emulsionare olio, aceto, un pizzico di sale e pepe, aggiungere il composto aromatico e mettere da parte. 

In una casseruola adagiare il primo strato di pesce essiccato con la pelle rivolta verso il basso, irrorare con poco olio, qualche oliva e passata di pomodoro, un pizzico di sale, pepe, ecc

Sbucciare le patate, tagliarle a spicchi, spalmatele sullo stoccafisso, aggiungete un bicchiere di vino bianco per sfumare  e ancora un po’ più di olio.

Mettere il recipiente sul fuoco e cuocere a fuoco vivo per circa 20 minuti, quindi ridurre al livello più basso possibile e continuare la cottura per circa 3 ore. Verso fine cottura togliere il coperchio. Togliete dal fuoco, coprite il contenitore con un foglio di carta assorbente da cucina e lasciate riposare per circa 20 minuti. Quindi, senza mescolare, servire.

Buon appettito!

5. Raguse in porchetta:

Raguse in porchetta di Ancona

fonte della foto: farina 00

Le raguse in porchetta sono un piatto preparato ad Ancona, vengono solitamente servite come antipasto, ma possono essere gustate anche come piatto unico.

La tradizione anconetana suggerisce di portare in tavola le raguse in porchetta oppure di fare un picnic con esse nelle giornate del primo e del 4 maggio in occasione delle festa patronali dedicate a San Ciriaco.

La ragusa in porchetta è molto appetitosa, per questo motivo è molto facile che avvenga il classico “una tira l’altra” e si rischia facilmente di mangiarne troppe, vengono solitamente servite con pane casereccio e intinte in una deliziosa salsa tipica.

Oltre al pane per fare la scarpetta, le raguse in porchetta richiedono l’accompagnamento  anche di un buon vino da tavola preferibilmente marchigiano oppure è perfetta anche la nascetta di Btaly

Le Raguse in porchetta: il piatto tipico di San Ciriaco!

Cottura: 90 min Costo: medio
Tempo totale120 min  Porzioni: 4 Porzioni

       Ingredienti

  • 1 kg di raguse
  • 1 cipolla
  • 1 foglia Alloro
  • 40 g olio extravergine d’oliva
  • 1 mazzetto di finocchietto selvatico
  • 1 peperoncino
  • 1 spicchio aglio
  • 80 g vino bianco secco
  • 400 g passata di pomodoro
  • 200 g acqua di cottura
  • Sale q.b.
  • Pepe nero q.b.

LA PREPARAZIONE: 

Il primo passo è pulire bene le raguse, lasciarle a bagno in un recipiente con acqua fredda, a cui è necessario aggiungere un cucchiaio di sale, per almeno una mezz’ora.
Dopodiché lavarle di nuovo, fino a quando l’acqua utilizzata diventa pulita e infine risciacquatele una per una sotto l’acqua del rubinetto. 

A questo punto, mettete le raguse in una grossa pentola e immergetele nell’acqua fredda. Aggiungete un po’ di sale, una cipolla piccola e una foglia di alloro e fate bollire il tutto per una trentina di minuti.

Successivamente, scolate le raguse e mi raccomando non buttate l’acqua di cottura ma lasciatela da parte.  

Intanto, iniziate a mettere in una padella abbastanza grossa abbondante olio, finocchietto selvatico a pezzi, un po’ di peperoncino e uno spicchietto d’aglio

Mettete la padella sul fuoco e quando il finocchietto è appassito aggiungete le raguse. Sfumate con un bicchiere di vino e bianco e fate evaporare a fiamma viva. 

Mentre le raguse stanno cuocendo non dimenticatevi di mescolare e di aggiungere la salsa di pomodoro e l’acqua di cottura.

Infine, fatele passare lentamente a fiamma dolce per circa un’ora. Mescolate di tanto in tanto e controllate che il sugo di pomodoro e l’acqua non si asciughino troppo, se succede potete rimediare versando ancora dell’acqua di cottura. 

Buon appetito!

Questo piatto può essere preparato anche il giorno prima e risulterà ancora più gustoso. 

6. La polacca anconetana:

La polacca anconetana

Fonte della fonte: la cucina italiana

Il “croissant fortificato” ripieno di pasta di mandorle e glassato si trova solo ad Ancona e si chiama Polacca. Negli antichi forni locali è ancora prodotto secondo la tradizionale originale risalente alla seconda guerra mondiale, preferita dai soldati polacchi presenti in quel periodo storico ad Ancona.

Ancona è una città di mare , il suo porto è affacciato sull’Adriatico ed è il punto di partenza dei traghetti per Croazia, Albania e Grecia, sulle imbarcazioni è tipico servire questo dolce insieme al cappuccino. 

Non è stata ritrovata nessuna ricetta codificata ed oggi il termine Polacca viene utilizzato anche per indicare i classici croissant presenti in tutti i bar o pasticcerie. 

Queste brioche sono ricoperte da una leggera glassa di zucchero con all’interno uno strato di pasta di mandorle. L’impasto è differente rispetto alle normali brioche, è più consistente anche se è presente ugualmente la sfogliatura. 

Da non confondere con l‘Aversana polacca: il dolce campano è fatto con due fette di pasta brioche ripiene di crema pasticcera e amarene sciroppate. La storia di questa polacca anconetana è in realtà più recente, e risale alla fine degli anni Quaranta. “Le polacche sono decisamente più grandi di un classico croissant”, spiega Maurizio Gioacchini, esperto di enogastronomia e custode della memoria storica dei dolci tipici anconetani. Fu il gusto dell’esercito nordico a spingere i fornai a mettere la glassa sulle brioche. In sostanza, negli anni ogni pasticcere o fornaio ha modificato la ricetta secondo il proprio gusto o le proprie esigenze, e non ci sono normative che regolino i vari ingredienti.

La polacca anconetana:  la “Non Brioche” al marzapane!

Cottura: 15 min Costo: medio
Tempo totale: 430 min  Porzioni: 10 polacche

        Ingredienti

            PER L’IMPASTO:

  • 550 g farina 00
  • 50 g burro (a temperatura ambiente)
  • 1 bustina lievito di birra secco (o un cubetto di lievito di birra fresco)
  • 150 ml latte
  • 100 g zucchero
  • 3 tuorli d’uovo 
  • Scorza di arancia q.b.
  • Scorza di limone q.b.

           PER IL RIPIENO:

  • 150 g mandorle pelate
  • 50 g mandorle non pelate
  • 200 g zucchero a velo
  • 2 albumi
  • 3 cucchiai di fecola (o amido di mais)

            PER LA GLASSA:

  • 1 albume d’uovo
  • 150 g zucchero a velo
  • 1 spicchio di limone

 

LA PREPARAZIONE: 

Il primo passo per prepara questo dolce squisito è sbattere i tuorli con lo zucchero e la farina. A questo punto unite alle uova il lievito sbriciolato e la scorza di limone ed arancia in base ai propri gusti. Impastate tutto il composto con le mani aggiungendo man mano il latte. 

Infine, l’ultimo ingrediente da inserire sarà il burroContinuate ad impastare fino a quando non sarà una palla “liscia”, poi fate riposare l’impasto per circa 4 ore. 

Preparazione del ripieno

Nell’attesa che l’impasto si riposi per 4 ore, si può iniziare a preparare la crema di mandorle che sarà all’interno della nostra polacca. 

E’ necessario in primis tostare le mandorle nel forno oppure anche solo con un pentolino, successivamente ponetele in un frullatore e azionatelo fino a quando non si sarà formata una granella; dopodichè aggiungete alla granella gli albumi, lo zucchero a velo e la fecola e azionate nuovamente il frullatore fino a quando non vedrete una crema densa.

Preparazione delle polacche

Terminato il tempo di lievitazione dell’impasto separatelo in due parti e stendetelo utilizzando un mattarello. Formate dei triangoli con l’impasto e versateci sopra due cucchiani di crema di mandorle, dopodiché potete arrotolare e chiudere i triangoli.  

Una volta che le vostre polacche saranno pronte, copritele con un panno e lasciatele lievitare ancora per almeno 2-3 oreQuando le polacche saranno ben lievitate, cuocetele a 200 gradi per circa 15-17 minuti.

Glassatura

Infine per la glassatura prendete l’ultimo albume rimanente, ponetelo in una ciotola con qualche goccia di limone e lo zucchero a velo. Mischiate il tutto aiutandosi con delle fruste elettriche fino a quando non sarà spumoso e lucido.  L’ultimo passo è spennellare questa glassa sopra le vostre polacche e sarete pronti per degustare la tradizionale anconetana a colazione! Magari accompagnata con un buon caffè o cappuccino

Buon appetito!

 

7. Pollo al potacchio anconetano:

pollo al sputacchio anconetano

Fonte della foto: ricette di campagna di Raffa

Il pollo in putacchio all’anconetana è una ricetta tipica delle marche e più in particolare della provincia di ancona; ha un gusto particolare ma molto deciso grazie alla presenza di ingredienti molto semplici come l’aglio, il rosmarino, il vino bianco e la passata di pomdoro. 

Occorre rosolare molto bene il pollo in una padella insieme agli altri ingredienti: l’aglio schiacciato e il rosmarino, prima di aggiungere un po’ di passata di pomodoro per poi completare la cottura con il coperchio.

Il pollo in putacchio all’anconetana è molto diverso dal pollo in umido perché non risulta brodoso ma piuttosto ben rosolato, a fine cottura si può inserire nel forno.

 

Pollo al potacchio anconetano: una ricetta contadina!

Cottura: 50 min Costo: basso
Tempo totale: 60 min Porzioni: 4 Porzioni

       Ingredienti

LA PREPARAZIONE: 

Per la ricetta del pollo in potacchio all’anconetana, il primo passo è dividere il pollo in 8 pezziMettete in una pentola circa 3 cucchiai di olio insieme alla cipolla e fate soffriggere aggiungendo uno spicchio d’aglio. A questo punto, ponete nella pentola il pollo e conditelo con sale e pepe e fatelo passare a fuoco vivo per 4 minuti

Infine, sfumate con mezzo bicchiere di vino unendo la passata di pomodoro e un po’ di rosmarino. Lasciate cuocere per 45 minuti, controllando che il fondo di cottura non si asciughi troppo: se serve, spruzzate la carne con poca acqua calda. A questo punto il pollo sarà pronto e si potrà servire.

Buon appetito!

8. Vincisgrassi:

Vincisgrassi di Ancona

Fonte della foto: ricette della nonna

I vincisgrassi sono un piatto tipico delle Marche che si dice siano stati inventati in onore del generale austriaco Windisch Graetz che si era fatto valere nella difesa della città di Ancona contro le truppe napoleoniche nel 1799. 

Questo gustoso primo piatto è molto simile ad una pasta al forno ed è formata da vari strati, viene condita con parmigiano grattugiato e uno speciale ragù fatto con diverse tipologie di carni. I vincisgrassi sono un piatto molto rustico e tradizionale: per questo motivo tutte le famiglie anconetane possiedano la propria ricetta che è stata tramandata da madre a figlia. 

Molte persone aggiungono ai vincisgrassi la besciamella mentre altri ancora fanno la pasta aromatizzandola con il marsala o con il vincotto. Infine, i più audaci arrichiscono questo piatto con delle creste di gallo o delle frattaglie. 

La versione che proponiamo sul nostro blog dei vincisgrassi è molto semplice: lasagne fresche e ragù di carne a base di manzo, maiale e rigaglie di pollo (fegatini, cuore e polmoni), insaporito con la pancetta. Una spolverata di parmigiano grattugiato tra uno strato e l’altro ed ecco pronto un piatto davvero saporito e super accattivante.

Vincisgrassi: le lasagne di Ancona!

Cottura: 135 min Costo: alto
Tempo totale: 180 min Porzioni: 4 Porzioni

       Ingredienti

  • 500 g lasagne all’uovo
  • 350 g frattaglie di pollo
  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • 1 costa di sedano 
  • 300 g passata di pomodoro
  • 100 g parmigiano reggiano DOP da grattugiare
  • Sale fino q.b.
  • Pepe nero q.b.
  • Olio extravergine d’oliva q.b.
  • 200 g di polpa di maiale 
  • 200 g polpa di manzo
  • 100 g pancetta 
  • 200 ml brodo di carne

 

LA PREPARAZIONE: 

Per preparare i vincisgrassi, iniziate tagliando a listarelle la pancetta e in pezzi piccoli i vari tagli di carne: il maiale, il manzo e infine le rigaglie di pollo.

Tagliate finemente il sedano, la carota e la cipolla e metteteli in una casseruola a rosolare per 5 minuti, con dell’olio extravergine d’oliva insieme alla pancetta. Lasciate insaporire il tutto per qualche minuto quindi unite il manzo e il maiale e lasciate cuocere per una decina di minuti, fino a quando la carne raggiungerà un colorito bruno. 

Aggiungete la passata e condite con sale e pepe. Aggiungete al sugo anche le rigaglie di pollo e mescolate con un cucchiaio di legno; coprite con un coperchio e lasciate cuocere per un’ora e mezza circa, girando di tanto in tanto e aggiungendo del brodo se il ragù dovesse seccarsi. Il ragù dovrà essere ben cotto e addensato. 

Una volta pronto il ragù potete assemblare i vincisgrassi in una pirofila dai bordi alti: ponete qualche cucchiaio di sugo sul fondo quindi foderate la teglia con un primo strato di lasagna (potete usare quella già pronta oppure farla a mano) coprite con un cucchiaio abbondante di ragù e un cucchiaio di parmigiano grattugiato.

Continuate così fino a formare almeno una decina di strati (è una caratteristica del vincisgrassi) e terminate con uno strato di ragù e una manciata abbondante di parmigiano. Cuocete in forno caldo a 180° per 30 minuti e tirateli fuori non appena si sarà creata una bella crosticina dorata sulla superficie. Servite subito i vostri vincisgrassi!

Buon appetito!

NON CI RESTA CHE CHIUDERE QUI IL NOSTRO VIAGGIO CULINARIO “BTALY ON TOUR” DOVE CI HA PORTATO A CONOSCERE PIATTI DELLA TRADIZIONE ANCONETANA! SE VI E’ PIACIUTO, NON VI RESTA CHE COMMENTARE QUI SUL BLOG, VI ASPETTIAMO E VI DIAMO APPUNTAMENTO CON UN ALTRO ARTICOLO DI “BTALY ON TOUR”!