Il nettare di pesca è il succo che si ottiene dalla spremitura del frutto separando la polpa, a cui vengono aggiunti solamente acqua e zucchero, per renderne il gusto e la consistenza più gradevoli.
Il pesco, albero della pesca, appartiene alla famiglia delle rosacee, è una pianta originaria della Cina, dove viene considerato simbolo di immortalità ed è particolarmente apprezzato per la bellezza dei sui fiori rosa.
Il nome della specie però è legato alla Persia, ritenuta per errore dagli autori greci e latini la patria di origine del pesco. Oggi sappiamo che arrivò in Persia solo nel Primo secolo a.C. proprio dalla Cina e che da lì si espanse poi in tutto il Mediterraneo grazie ad Alessandro Magno.
La sua coltivazione si diffuse anche in Italia, grazie al clima perfetto delle sue coste, dove ancora oggi viene viene coltivate in varie qualità.
Una leggenda invece narra che “il primo albero di pesco mise radici sulla terra grazie ad un pescatore che trovò il nocciolo nella pancia di un pesce. Lo estrasse e lo guardò con curiosità, pur non sapendo bene cosa fosse, pensò potesse essere un seme e, dunque, lo piantò nel suo giardino. Nacque una piantina che si trasformò presto in un giovane albero e in primavera si riempì di fiori rosei e poi di frutti dolci e succosi. Una volta che li ebbe assaggiati, il pescatore pensò di ricordare l’origine marina di questo nuovo frutto chiamandolo, per l’appunto, pesca”.
Le origini del succo di frutta si perdono nella notte dei tempi. Già migliaia di anni fà, ben prima dell’anno Zero, i nostri antenati producevano e consumavano bevande estratte dalla frutta, specialmente dagli acini d’uva.
I primi succhi più simili a quelli che conosciamo oggi sono più recenti se ne parla a partire dal Sedicesimo secolo, quando gli Italiani con i limoni della Costiera Amalfitana, iniziano a produrre e commercializzare la limonata, una bevanda dolce e dissetante, in Medio Oriente passando per la Via delle Indie. Qualche decennio più tardi iniziano a circolare anche succhi di altri agrumi, come l’arancia.
La vera fortuna e diffusione dei succhi, così come li conosciamo oggi, arriva nel XVIII secolo, quando il medico Scozzese James Lind inizia a produrre estratti di frutta, principalmente a base di agrumi, come efficace rimedio contro lo scorbuto. Infatti la Vitamina C è fondamentale per contrastare l’insorgenza di tale malattia e alzare le difese immunitarie del nostro corpo.
Tale rimedio risultò decisamente efficace, tant’è che nel 1867 la Merchant Shopping Act decise che tutte le navi dovevano tenerne scorte a bordo. Agli inizi dell’Ottocento lo stesso Lind escogitò un sistema per evitarne la fermentazione: tramite l’utilizzo di bottiglie in vetro sigillate da tappi di sughero era possibile bollire il prodotto in acqua ottenendo così un effetto simile alla moderna pastorizzazione. Grazie a questo escamotage se ne potevano conservare grandi quantità nelle cambuse delle navi, fondamentale per viaggi in mare molto lunghi, visto che era impossibile all’epoca mantenere così a lungo frutta e verdura fresca.